Voglio spendere qualche riga per fare qualche precisazione sullo sfondo che ho scelto per il blog.
L'oggetto raffigurato è chiaramente una vecchia e usurata palla da baseball, un comune oggetto che chiunque potrebbe trovare in soffitta o in qualche cumulo di rifiuti. In questo caso però la scelta, più che al tema centrale del blog, è proprio legata al romanzo underworld, il cui filo conduttore è appunto una palla da baseball.
L'oggetto raffigurato è chiaramente una vecchia e usurata palla da baseball, un comune oggetto che chiunque potrebbe trovare in soffitta o in qualche cumulo di rifiuti. In questo caso però la scelta, più che al tema centrale del blog, è proprio legata al romanzo underworld, il cui filo conduttore è appunto una palla da baseball.
In particolare De Lillo racconta il passaggio di mano in mano della palla del fuoricampo di Bobby Thomson nella partita tra i New York Giants e i Brooklyn Dodgers del 3 ottobre 1951 al Polo Grounds di New York.
La palla, recuperata da un ragazzino di colore di nome Cotter Martin, verrà venduta per trentaquattro dollari e cinquanta dal padre, in seguito passerà per le mani di tifosi e collezzionisti di vecchi cimeli sportivi, venendo infine acquistata da Nick Shay per trentaquattromila e cinquecento dollari.
“La palla era color seppia intenso, impastata di terra, erba e generazioni di sudore - era vecchia, sbattuta, pesta, intrisa di tabacco e macchiata dal tempo e dalle vite che aveva alle spalle, chiazzata dalle interperie e personalizzata come una casa in riva al mare. E aveva una striatura verde vicino al marchio di fabbrica Spalding, aveva ancora un piccolo livido verde nel punto i cui era andata a sbattere contro un pilone secondo la storia che l'accompagnava - vernice scrostata da un pilone imbullonato nelle tribune dell'area sinistra impressa sulla superficie della palla. Trentaquattromila e cinquecento dollari.”
Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte prima, capitolo settimo.
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