venerdì 31 maggio 2013

rifiuti & fumetti

Se c'è una cosa che di sicuro possiamo trovare ovunque ci sia un insediamento umano, quella è la spazzatura. Per questo motivo la ricerca legata al tema del presente blog può essere estesa agli ambiti più disparati, anche a quello dei fumetti.
Come consigliato dal prof. Vittorio Marchis, ho visitato il sito  http://www.coverbrowser.com dove, con una semplice ricerca, si possono rintracciare le copertine di un'infinità di fumetti americani raffiguranti gli oggetti più vari.
Ecco alcuni esempi in tema:








Moltissimi sono inoltre i casi in cui il riferimento ai rifiuti è più esplicito; è il caso delle moltissime pubblicazioni per diffondere messaggi legati al rispetto dell'ambiente e al riciclo, riporto alcune copertine:






lunedì 27 maggio 2013

Underworld: rifiuti & architettura

 Watts Towers

Al giorno d'oggi sono numerosi gli esempi di edifici costruiti con materiali di recupero o direttamente con degli scarti, tra questi ci sono le Watts Towers. Dette anche Torri di Simon Rodia, sono situate nel distretto di Watts, a Los Angeles e furono interamente costruite a mano da un immigrato Italiano tra il 1921 e il 1954. Sono costituite da una struttura fatta di barre d'acciaio rivestite con materiali di scarto di ogni genere.
In "Underworld", DeLillo ne da una dettagliata descrizione ripercorrendo la storia del loro ideatore e della loro costruzione. Riporto parte del testo in cui Nick Shay, il protagonista del romanzo, camminando per le vie di Los Angeles si ferma ad ammirare queste strane costruzioni:
"Watts Towers, una stramberia nata dalle innocenti visioni anarchiche di qualcuno[...]. Le torri, le vasche per gli uccelli, le fontane, i pali decorati, i cocci vivaci, i colori familiari, il verde delle bottiglie di 7-Up e il blu del Milk of Magnesia, tutte le vivaci maioliche incastonate nel cemento, insomma tutto quel complesso di strutture, porte e pannelli costruito a mano, da un solo uomo, un immigrante di un posto vicino a Napoli,[...],che aveva finito per impiegare trentatré anni della sua vita a costruire quel colosso con verghe di ferro, cocci di terracotta, ciotoli, conchiglie, bottiglie di bibite e rete metallica, impastando il tutto con la malta, tremila sacchi di sabbia e cemento."

Nella foto le Watts Towers di Los Angeles
immagine tratta da:<http://s194.photobucket.com/user/hellochrisy/media/WATTSTOWERS2.jpg.html>
"Camminai tra quelle torri che sembravano lavorate al traforo, tre alte, quattro più piccole, e vidi le maioliche che aveva inserito nell'intonaco sotto una volta, e il vetro fuso e la madreperla schiacciati sulla superficie dei mattoni cotti al sole. Nonostante la natura di scarto dei materiali, l'apparente improvvisazione, e nonostante il predominio dell'intuizione pura, l'uomo era sicuramente un grande costruttore. Il posto aveva una sua unità strutturale, dava l'impressione di temi ripetuti, di un abile lavoro d'ingegneria. E qua e là c'erano le sue iniziali, SR, Sabato Rodia, se questo era davvero il suo nome."
Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte terza, capitolo primo.

Nella foto Sabato Rodia al lavoro su una delle sue torri
immagine tratta da: <http://www.wattstowers.us/history.htm>
Per avere maggiori informazioni sulle Watts Towers e su Simon "Sabato" Rodia vi rimando al sito http://www.wattstowers.us/, da cui ho tratto il seguente documentario del 1957:




In conclusione di questo post, dedicato al rapporto dell'architettura con i rifiuti, voglio citare la figura di Michael Reynolds, un vero e proprio architetto dei rifiuti che fin da tempi insospettabili realizza costruzioni interamente sostenibili  fatte con rifiuti di varia natura. Egli stesso vive nel deserto del New Mexico in una casa autosufficiente da ogni punto di vista, dove i muri e i pavimenti sono fatti interamente da agglomerati di lattine, bottiglie di birra vuote o copertoni usati riempiti di terra.
Su quest' uomo e sulla sua storia è stato girato nel 2007 un documentario di cui qui sotto trovate la prima parte: 

venerdì 24 maggio 2013

rifiuti & musica


"The world sends us garbage... We send back music."

La Recycled Orchestra è la prima nata interamente dai... rifiuti. 
Per saperne qualcosa in più guardate il video qui sotto, si tratta dell'introduzione a un documentario che racconta la storia dell'orchestra nata a Cateura, favela nei pressi di una discarica nella periferia di Asuncion, in Paraguay. L'orchestra, costituita da ragazzi cresciuti in condizioni di estrema povertà, è nata sotto la coordinazione dell'insegnante Flavio Chavez e del musicista Luis Szaran. Gli strumenti musicali sono tutti realizzati con i rottami, ma la musica che prende forma è tutt'altro che spazzatura.





giovedì 23 maggio 2013

Underworld: Fresh Kills Landfill, la più grande discarica di tutti i tempi

In genere, quando si fa riferimento alle più grandi costruzioni umane, si pensa alla  Grande Muraglia Cinese o alla Grande Piramide di Giza. In verità c'è un'altra struttura di proporzioni gigantesche, visibile anche dallo spazio, che può essere considerata la più grande costruzione umana di tutti i tempi: la discarica Fresh Kills Landfill di Staten Island, a New York. 

Ad un certo punto del romanzo "Underworld", Brian Glassic, "manager dei rifiuti" e socio del protagonista Nick Shay, raggiunge tale discarica per un appuntamento con dei tecnici; ecco la sua reazione quando scorge il sito per la prima volta: 
"Era bruno-rossastra, appiattita in cima, monumentale, illuminata in vetta dalla fiammata del tramonto, e Brian pensò che fosse l'allucinazione di uno di quei cucuzzoli isolati dell'Arizona. Invece era reale, ed era creata dall'uomo, spazzata dal volo roteante dei gabbiani, e Brian capì che poteva essere solo una cosa - la discarica di Fresh Kills a Staten Island."
Nella descrizione dello spettacolo impressionante che Brian ha davanti agli occhi si intrecciano due visioni  diverse e complementari; da un lato vi è una dimensione tecnico-scientifica, con una descrizione precisa dei processi che avvengono sul luogo: 
"C'erano migliaia di acri di spazzatura ammonticchiata, terrazzata e segnata dai percorsi dei bulldozer che spingevano ondate di rifiuti sopra il versante in uso. Brian si sentì rinvigorire, guardando la scena. Chiatte che scaricavano, imbarcazioni più veloci che battevano i canali per raccogliere rifiuti alla deriva. Vide una squadra della manutenzione che lavorava ai tubi di scarico in alto sulle terrazze progettate per controllare lo straripamento dell'acqua piovana. Altre figure in maschera e tuta di butilene erano raggruppate alla base della struttura, a ispezionare materiale isolato per stabilirne il contenuto tossico."
dall'altro lato si affianca una dimensione più filosofica e riflessiva, con la descrizione dell'enormità della struttura che appare come qualcosa di quasi sovrumano e dal carattere esoterico:
"Era fantascienza e preistoria, spazzatura che arrivava ventiquattr'ore al giorno, centinaia di operai, veicoli con rulli compressori per compattare rifiuti, trivellatrici che scavavano pozzi per il gas metano, una fila di camion dal muso lungo che risucchiavano i rifiuti sparsi. Immaginò di osservare la costruzione della grande piramide di Giza - solo che questa era venticinque volte più grande. Per Brian era una visione ispiratrice. Tutta questa industriosa fatica, questo sforzo immane per far entrare il massimo dei rifiuti in uno spazio sempre minore.                         [...]La discarica gli mostrava senza mezzi termini come finiva il torrente dei rifiuti, dove sfociavano tutti gli appetiti e le brame, i grevi ripensamenti, le cose che si desideravano ardentemente e poi non si volevano più. Brian aveva visto centinaia di discariche ma nessuna altrettanto vasta. Sì notevole, e inquietante."
La vista della discarica comprende sullo sfondo anche il World Trade Center, entrambe a loro modo icone della società americana e strettamente interconnesse: 
"Le torri del World Trade Center erano visibili in lontananza e Brian percepì un equilibrio poetico tra quell'idea e questa.
In chiusura del capitolo, Brian prende coscienza dell'importanza della gestione dei rifiuti per la moderna società consumistica e comincia a sentirsi investito di una grande responsabilità nel proprio lavoro; si noti il tono iniziatico e profetico:
"[...]Brian ebbe un attimo di illuminazione. Guardò tutta quella spazzatura in perenne aumento e per la prima volta capì in cosa consistesse il suo lavoro. Non in progettazione o trasporto o riduzione alla fonte. Lui si occupava di comportamento umano, delle abitudini e degli impulsi della gente, dei loro incontrollabili bisogni e innocenti desideri, forse delle loro passioni, sicuramente dei loro eccessi e delle loro debolezze ma anche della loro gentilezza, della loro generosità, e la domanda era come impedire a questo metabolismo di massa di sopraffare l'umanità."
"Questa era la sfida che bramava[...]. Capire tutto questo. Penetrare questo segreto. La montagna era lì,[...] nessuno ne parlava eccetto gli uomini che cercavano di gestirla, e per la prima volta Brian si vide come il membro di una setta esoterica, un ordine di adepti e veggenti, che davano forma al futuro, pianificatori di città, manager dei rifiuti, tecnici del concime, architetti del paesaggio che un bel giorno avrebbero costruito in quel posto giardini pensili, creato un parco valendosi di ogni tipo di oggetto del desiderio, usato, smarrito ed eroso. I più grandi segreti sono quelli spalancati davanti a noi" 
Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte seconda, capitolo terzo.


Da notare il fatto che il legame tra il romanzo di DeLillo, nella cui copertina si stagliano sullo sfondo le Twin Towers, e la discarica di Staten Island, diventa oggi ancor più marcato e significativo se si pensa che, dopo i tragici eventi dell'11 settembre 2001,  le macerie delle torri del World Trade Center furono portate proprio a Fresh Kills. 

Veduta aerea di Fresh Kills Landfill
immagine tratta da: < http://www.ens-newswire.com/ens/mar2001/2001-03-22-01.asp>
Dopo un cinquantennio di attività, in cui l'immenso cumulo di rifiuti giunse ad un'altezza superiore a quella della Statua della Libertà, il 22 marzo 2001 la discarica è stata chiusa definitivamente. Dal 2003 è iniziata la più grande opera di riconversione mai realizzata, che dovrà portare l'area a diventare la più grande area verde di New York. Si noti come, nelle ultime righe da me riportate, la riconversione del sito sia stata di fatto profetizzata dall'autore che pubblica il romanzo nel 1997.

Nell'immagine una previsione di come si presenterà il parco di Fresh Kills
immagine tratta da: <http://en.wikipedia.org/wiki/File:Fresh_Kills_Park.jpg>
Sempre a proposito della discarica di Fresh Kills, ricordo il libro che ho suggerito in un post precedente, in cui lo studio di tale discarica trova grande spazio. L'autore di questo volume è William Rathje, il vero e proprio padre dell' archeologia dei rifiuti (Garbology).

nella foto: William Rathje, archeologo e antropologo
foto tratta da: <http://paulmullins.wordpress.com/tag/william-rathje/>



sabato 18 maggio 2013

un libro interessante: Rubbish! Tht archeology of garbage

 

In questo post voglio citare e suggerire la lettura di un libro particolarmente in sintonia con il tema da me trattato:

William L. RATHJE, Cullen MURPHY, Rubbish! The archeology of garbage, Tucson : University of Arizona Press, 2001.

Già dal titolo risulta evidente come l'oggetto di questa lettura sia fondamentalmente lo stesso del presente blog: la spazzatura. Nell'opera gli autori compiono una vera e propria indagine sul fenomeno dei rifiuti, scavando ed analizzando, con metodi propri dell'archeologia, i cumuli di spazzatura delle discariche moderne, traendo conclusioni sulla demografia, sui consumi e sul mutamento delle abitudini della popolazione nel corso degli ultimi decenni.

lunedì 13 maggio 2013

Simboli

Lo sviluppo tecnologico è sicuramente legato anche all'utilizzo e allo sviluppo di un chiaro ed univoco linguaggio simbolico, importante nell'incrementare l'efficienza della comunicazione. L'obbiettivo di questo post è quello di  fare una panoramica riguardante parte della vasta simbologia legata al tema dei rifiuti. 

RIFIUTI PERICOLOSI (simboli vecchi)



















RIFIUTI PERICOLOSI (nuovi simboli )






RIFIUTI RICICLABILI

ANELLO (O NASTRO) DI MOBIUS, SIMBOLO UNIVERSALE DEL RICICLO

IL PUNTO VERDE, USATO PER IDENTIFICARE IL SISTEMA  PER LO SMALTIMENTO DEGLI IMBALLAGGI


alcuni simboli sul RICICLAGGIO DELLA PLASTICA:



RADIOATTIVITA'

SIMBOLO USATO PER INDICARE PERICOLO DI RADIAZIONI DERIVANTE DA SCORIE NUCLEARI


ICONA


ICONA DI WINDOWS CHE INDICA IL CESTINO A CUI VENGONO INDIRIZZATI I FILE ELIMINATI 


DIVIETO

DIVIETO DI DEPOSITARE RIFIUTI

giovedì 9 maggio 2013

brevetto

Il seguente brevetto è relativo ad una prima macchina per la distruzione di rifiuti tramite triturazione. L'invenzione di questo "garbage destroyer" la dobbiamo allo statunitense Leslie W. Beggs ed è stata registrata il 18 aprile 1922. La data di rilascio del brevetto è invece il 26 giugno 1923. 

Il documento completo, con la descrizione dettagliata, è visibile in questa pagina di Google patents o direttamente sul sito dell'USPTO (United States Patents and Trademark Office).



venerdì 3 maggio 2013

rifiuti & francobolli

Poiché ne esiste un' immensa varietà, i francobolli costituiscono una finestra aperta sul mondo in grado di raccontare visivamente ogni tipo di argomento: dalla commemorazione di eventi importanti, alle biografie, alla scienza o alla cultura. 
In particolare, i francobolli sono delle testimonianze illustrate di carattere ufficiale e istituzionale, e per questo assumono una grande importanza per chi si occupa di storia. Ne ho cercati due che rappresentassero il tema  del mio blog: 

"il secolo dell'inquinamento"
Emesso da San Marino il 2 febbraio 2000

 (consultato il 4 maggo 2013)


"Garbage collector with truck"
Disegnato (da una fotografia) da O. Knappe, emesso dalla Danimarca il  4 September 1986.

 (consultato il 4 maggio 2013)


giovedì 2 maggio 2013

mappa della spazzatura

Quanti rifiuti produce ognuno di noi ogni giorno? Dal grafico  qui riportato, tratto da un articolo dell' Economist del 7 giugno 2012, possiamo farci un'idea su quali siano le aree in cui vi è una maggiore produzione di rifiuti pro capite.


























Le aree più scure indicano i Paesi in cui gli abitanti producono in media più di 2.5 Kg di spazzatura ogni giorno; più il colore si schiarisce, più questa media scende. L'Italia si colloca nella fascia dei 2.0-2.49 Kg al giorno per persona, mentre Paesi come Stati Uniti, Norvegia e Nuova Zelanda guidano questa interessante classifica.