venerdì 14 giugno 2013

pagina introduttiva all'intero blog

Questa è una pagina di orientamento in cui potete farvi un'idea di come è stato strutturato il blog e da cui potete raggiungere facilmente i post che sono stati pubblicati. 
         
La lettura scelta per accompagnare, durante la frequentazione del corso di "Storia della Tecnologia" del Politecnico di Torino, lo sviluppo del presente blog è stata l'opera di Don DeLillo Underworld, romanzo particolarmente adatto per approfondire il tema "Technology & Garbage".

Dopo una piccola e brevissima introduzione,  si è cercato di effettuare un primo approccio al tema cercando delle parole che avessero un significato riconducibile all'argomento centrale e raccogliendole nella forma di un abbecedario e di una mappa concettuale. L'abbecedario è poi stato  ripreso e completato in un post successivo. Fin dall'inizio lo scopo della ricerca è stato quello di studiare il rapporto dell'uomo con ciò di cui continuamente cerca di disfarsi, ma che da sempre lo accompagna; esiste infatti uno stretto rapporto tra storia, archeologia e rifiuti. Da sempre civiltà e sviluppo sono andati di pari passo con la produzione di rifiuti e il loro smaltimento, tanto che li si può considerare un elemento fondamentale della storia dell'uomo; Una teoria di questo tipo è espressa nel romanzo di DeLillo.
Una delle prime ricerche sul tema scelto è stato un approfondimento di carattere linguistico sui principali modi di indicare i rifiuti nelle diverse lingue, prendendo anche spunto da alcune riflessioni sulla parola "waste" tratte da Underworld. Di lì in poi, si è cercato di approfondire il tema dapprima studiando  una mappa sulla produzione mondiale di spazzatura, poi cercando dei francobolli, un brevetto e un film che rappresentassero bene l'oggetto del blog. In seguito è stato ritenuto opportuno creare una raccolta di simboli e di unità di misura, utile sia per  raccontare sia per capire meglio la materia. A fianco di queste ricerche "mirate", il tema è spesso stato trattato attingendo dalla lettura del romanzo "Underworld". Proprio da spunti tratti da questo testo  è nato l'approfondimento sulla Fresh Kills Landfill, la discarica più grande del mondo, oppure quello sul rapporto tra architettura e rifiuti.
In "Underworld" la spazzatura, nell'era moderna, è qualcosa che incombe minaccioso sugli uomini, ma allo stesso tempo, nelle riflessioni del protagonista, assume significati più profondi. 
La ricerca è stata condotta non solo facendo riferimento ai periodi più recenti, ma anche passando al vaglio opere medioevali oppure volgendo l'attenzione a realtà del passato ormai  scomparse, scoprendo come molti concetti, come il riciclo e la raccolta differenziata, che si crede siano nati ai giorni nostri in realtà fossero già noti in epoche precedenti; un esempio? le comunità monastiche medioevali, vero e proprio esempio di società "ecosostenibile".
In conclusione di questo ampio, quanto vago excursus panoramico, sottolineo come sia emerso che, anche volendo ridurre ad un tema specifico la storia della tecnologia, o la storia in generale, l'insieme di possibili richiami e collegamenti resta sempre notevole, e più ci si addentra nella ricerca, più la matassa di connessioni ad altri argomenti apparentemente lontani si intreccia. E così, parlando di semplice spazzatura, si può giungere a discutere di arte moderna, di musica e persino di fumetti.

raccolta differenziata

Un giorno finiremo sommersi dai nostri rifiuti? Moltiplicando il numero di abitanti per la quantità di rifiuti prodotta da ogni individuo, e moltiplicando questa massa crescente di immondizia per l'incapacità di gestirla, è possibile che un giorno questo effettivamente avvenga. In realtà le soluzioni per affrontare il problema esistono, le tecniche sono disponibili, mancano i comportamenti giusti, uno di questi è certamente la raccolta differenziata
"A casa nostra raccoglievamo separatamente i rifiuti di vetro, le lattine e i prodotti di carta. Poi separavamo il vetro trasparente  dal vetro colorato. La latta dall'alluminio. I contenitori di plastica, senza tappi o coperchi, li buttavamo via solo il martedì. Poi c'erano i rifiuti organici, per il giardino. E infine i giornali, inclusi gli inserti patinati, ma stavamo attenti a non legarli con lo spago, che è sempre una grossa tentazione."
  Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte prima, capitolo secondo.


Nel video seguente, tratto dal programma televisivo SuperQuark, ci descrive cosa accade ai rifiuti che differenziamo e ci mostra le dinamiche di smaltimento e di recupero di ogni tipo di immondizia, dal vetro alla plastica, all'organico, o agli apparecchi elettronici. 


domenica 9 giugno 2013

Abbecedario aggiornato

In un vecchio post, agli inizi del blog, avevo cercato di introdurre la ricerca sul tema dei rifiuti tramite un abbecedario. Come già detto a suo tempo, tale lavoro si presentava in forma lacunosa ed avevo promesso che il tutto sarebbe stato rivisto più avanti. Ecco che ora, con riferimenti agli elementi più significativi emersi durante la realizzazione di questo blog, posso inserire una versione ampliata, riveduta ed arricchita del mio abbecedario:


AMBIENTE
BIODEGRADABILE
COMPOST
DISCARICA
ECOLOGIA
GAS
HOLDING
I
NCENERITORE
L
IQUAMI
NAVAZZARI*NAPOLI
ORGANICO, OLF
QUANTITA'
RICICLO, RSU,  RECYCLED ORCHESTRA
SCORIE, SPAZZACAMINI
TERMOVALORIZZATORE, TESTACCIO
URBANIZZAZIONE
ZERO WASTE

*Vedi nota presente nel vecchio abecedario.
**Yong Ho Li è un artista che realizza sculture con copertoni usati, cliccando sul nome si viene indirizzati al sito ufficiale dell'artista. E' stato citato anche in questo post all'interno del blog. 

venerdì 7 giugno 2013

Underworld: riflessioni di Nick Shay

Forse nulla è in grado  di raccontare la storia e la cultura del nostro tempo  più della nostra spazzatura. L'epoca del benessere, il consumismo, la pubblicità, la cultura popolare, le tecnologie, l'era atomica, le guerre... in tutto ciò di cui ci disfiamo ogni giorno c'è tutto questo.
Ecco un altro estratto dal libro Underword  in cui troviamo alcune riflessioni del personaggio principale a proposito del suo lavoro e dei rifiuti nell'epoca moderna. 
"la mia azienda si occupava di rifiuti. Noi manipolavamo rifiuti, trattavamo rifiuti, eravamo i cosmologi dei rifiuti. Viaggiavo fino alle pianure costiere del Texas e controllavo uomini in tuta spaziale che seppellivano bidoni di rifiuti pericolosi in giacimenti di sale sotterranei vecchi milioni di anni, i resti disseccati di un oceano mesozoico."
"[...] I rifiuti sono una cosa religiosa. Noi seppelliamo rifiuti contaminati con un senso di reverenza e timore. E' necessario rispettare quello che buttiamo via.[...] I Gesuiti mi hanno insegnato a esaminare le cose alla ricerca di un secondo significato, di collegamenti più profondi. Chissà se pensavano ai rifiuti? Eravamo i manager dei rifiuti, i giganti dei rifiuti, trattavamo i rifiuti universali. I rifiuti hanno un'aura solenne adesso, un aspetto di intoccabilità. Container bianchi di scorie di plutonio con cartellini gialli di avvertimento. Maneggiare con cura. Persino l'infima spazzatura domestica viene controllata attentamente. La gente adesso guarda in modo diverso alla spazzatura, vede ogni bottiglia e cartone schiacciato in un contesto planetario."
 Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte prima, capitolo secondo.

martedì 4 giugno 2013

Underworld: rifiuti & Arte

"La carta appallottolata in un cestino, la lattina di coca cola schiacciata ai bordi della strada, un cumulo di rifiuti possono diventare il canone di architetture moderne, perché attuali."
 Vittorio MARCHIS, Storia delle Macchine, Roma-Bari : Laterza, 2005, p.314.


In questo post, dedicato allo spazio che i rifiuti hanno trovato nell'arte, soprattutto in tempi recenti, il punto di partenza sarà ancora una volta il romanzo "Underworld" , dove già nel secondo capitolo fa la sua prima apparizione l'artista Klara Sax, soprannominata "Bag Lady"(donna della spazzatura). 
Guidando una Lexus nel caldo torrido del deserto dell'Arizona, Nick Shay raggiunge la donna con cui anni prima aveva avuto una relazione e la trova intenta a creare una delle sue opere più grandiose: si tratta di un'istallazione costituita dai rottami di vecchi bombardieri B-52 in disuso  che   Klara  dipinge coadiuvata da decine di volontari. Prima di rievocare i momenti passati c'è una lunga discussione in cui Klara illustra a Nick le modalità e i significati della sua opera:

"abbiamo pistole a spruzzo da carrozzieri che usiamo per dare il primer al metallo. Abbiamo pistole industriali che spruzzano vernici a olio, smalto, vernici epossidiche e via dicendo. Usiamo persino i pennelli. Usiamo i pennelli quando vogliamo l'effetto pennellata."
"Aerei abbandonati. Come alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'unica differenza... anzi ci sono due differenze. La differenza numero uno è che questa volta non abbiamo veramente combattuto una guerra. Abbiamo un certo numero di situazioni postbelliche senza che sia stata combattuta una guerra. E, numero due, non lasceremo che queste grandi macchine muoiano in un campo o vengano vendute come rottami.  -voi le dipingerete. -le stiamo già dipingendo. Le stiamo salvando dalla fiamma ossidrica.
"[...]trent'anni fa quando abbandonai quadri e cavalletto e cominciai a lavorare con gli scarti, mi attaccarono.[...]Questa volta però non sono lattine di aerosol e scatole  di sardine o tappi di shampoo e materassi. Una volta dipinsi un materasso e un paio di lenzuola. Era la fine del mio matrimonio numero due e dipinsi il letto di conseguenza. Comunque, sì, adesso ho a che fare con bombardieri B-52. Dipingo aeroplani che sono lunghi più di cinquanta metri e hanno un'apertura alare ancora maggiore e un peso complessivo a serbatoio pieno di circa duecentocinquanta tonnellate, aerei che portavano bombe nucleari, ta-ta, ta-ta, dall'altra parte del mondo."
 Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte prima, capitolo secondo.

Qualche capitolo più avanti troviamo una scena in cui Nick Shay e sua moglie Marian, a bordo di una mongolfiera, ammirano dall'alto l'opera di Klara ormai completata, con tutti i suoi 230 aerei disposti in file irregolari; ecco come Nick stesso descrive la scena:
"Ci passammo proprio sopra. Gli aerei erano enormi naturalmente, erano oggetti mastodontici, stratofortezze, impotenti e massicce, con derive spesse, ali attaccate alte sulla fusoliera, qualche pilone di missile ancora intatto, qualche ruota di carrello sospesa, tutte le ruote principali bloccate dai cunei. Pensai sinceramente che erano cose grandiose, dipinte per sottolineare la fine di un'era e l'inizio di qualcosa di tanto diverso che solo una visione come questa poteva auspicarlo. [...] Marian disse: -non potrò più guardare un quadro allo stesso modo.[...] E mi chiesi se l'opera fosse visibile dallo spazio, come quella di un popolo andino scomparso."
 Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte prima, capitolo settimo. 
immagine tratta da: <http://sonoconte.over-blog.it/article-la-base-militare-aerea-di-davis-monthan-il-cimitero-109715178.html>


Dal xx secolo in poi si possono citare decine e decine di artisti che, come il personaggio di Don DeLillo, hanno lavorato con la spazzatura o con materiali di recupero. Di seguito ecco alcuni esempi significativi:  


Venere degli stracci, 1967
Calco di Venere classica in cemento, stracci, mica, cm 150 x 280 x 100
Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli
Foto: P. Pellion 



Merda d'artista, 1961
scatoletta di latta, carta stampata e feci, cm 4,8×6
Museo del Novecento, Milano



Dirty White Trash (with Gulls), 1998


-Sayaka Ganz

Emergence
 Hammerhead Shark, 2007
 copertoni usati, resina, legno, cm 116 x 53 x 56


-Vic Muniz

Marat (Sebastiao), 2008
dalla serie "Pictures of Garbage", cm 129,5 x 101,6


-Ha Schult






-Digitalis mnemonica mapensis M.




L'ultima opera che voglio citare per concludere questo post su arte e rifiuti è la "Digitalis mnemonica mapensis M.", ossia la strana installazione che ogni studente del Politecnico di Torino vede tutti i giorni entrando nella sede in Corso Duca degli Abruzzi 24. Il curioso esemplare di questa nuova specie tecnobotanica cresce nell'aiuola centrale del cortile dell'edificio e il suo inventore/scopritore è il prof. Vittorio Marchis, docente di storia della tecnologia. Per la descrizione dell'opera vi rimando alle pagine seguenti: 


venerdì 31 maggio 2013

rifiuti & fumetti

Se c'è una cosa che di sicuro possiamo trovare ovunque ci sia un insediamento umano, quella è la spazzatura. Per questo motivo la ricerca legata al tema del presente blog può essere estesa agli ambiti più disparati, anche a quello dei fumetti.
Come consigliato dal prof. Vittorio Marchis, ho visitato il sito  http://www.coverbrowser.com dove, con una semplice ricerca, si possono rintracciare le copertine di un'infinità di fumetti americani raffiguranti gli oggetti più vari.
Ecco alcuni esempi in tema:








Moltissimi sono inoltre i casi in cui il riferimento ai rifiuti è più esplicito; è il caso delle moltissime pubblicazioni per diffondere messaggi legati al rispetto dell'ambiente e al riciclo, riporto alcune copertine:






lunedì 27 maggio 2013

Underworld: rifiuti & architettura

 Watts Towers

Al giorno d'oggi sono numerosi gli esempi di edifici costruiti con materiali di recupero o direttamente con degli scarti, tra questi ci sono le Watts Towers. Dette anche Torri di Simon Rodia, sono situate nel distretto di Watts, a Los Angeles e furono interamente costruite a mano da un immigrato Italiano tra il 1921 e il 1954. Sono costituite da una struttura fatta di barre d'acciaio rivestite con materiali di scarto di ogni genere.
In "Underworld", DeLillo ne da una dettagliata descrizione ripercorrendo la storia del loro ideatore e della loro costruzione. Riporto parte del testo in cui Nick Shay, il protagonista del romanzo, camminando per le vie di Los Angeles si ferma ad ammirare queste strane costruzioni:
"Watts Towers, una stramberia nata dalle innocenti visioni anarchiche di qualcuno[...]. Le torri, le vasche per gli uccelli, le fontane, i pali decorati, i cocci vivaci, i colori familiari, il verde delle bottiglie di 7-Up e il blu del Milk of Magnesia, tutte le vivaci maioliche incastonate nel cemento, insomma tutto quel complesso di strutture, porte e pannelli costruito a mano, da un solo uomo, un immigrante di un posto vicino a Napoli,[...],che aveva finito per impiegare trentatré anni della sua vita a costruire quel colosso con verghe di ferro, cocci di terracotta, ciotoli, conchiglie, bottiglie di bibite e rete metallica, impastando il tutto con la malta, tremila sacchi di sabbia e cemento."

Nella foto le Watts Towers di Los Angeles
immagine tratta da:<http://s194.photobucket.com/user/hellochrisy/media/WATTSTOWERS2.jpg.html>
"Camminai tra quelle torri che sembravano lavorate al traforo, tre alte, quattro più piccole, e vidi le maioliche che aveva inserito nell'intonaco sotto una volta, e il vetro fuso e la madreperla schiacciati sulla superficie dei mattoni cotti al sole. Nonostante la natura di scarto dei materiali, l'apparente improvvisazione, e nonostante il predominio dell'intuizione pura, l'uomo era sicuramente un grande costruttore. Il posto aveva una sua unità strutturale, dava l'impressione di temi ripetuti, di un abile lavoro d'ingegneria. E qua e là c'erano le sue iniziali, SR, Sabato Rodia, se questo era davvero il suo nome."
Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte terza, capitolo primo.

Nella foto Sabato Rodia al lavoro su una delle sue torri
immagine tratta da: <http://www.wattstowers.us/history.htm>
Per avere maggiori informazioni sulle Watts Towers e su Simon "Sabato" Rodia vi rimando al sito http://www.wattstowers.us/, da cui ho tratto il seguente documentario del 1957:




In conclusione di questo post, dedicato al rapporto dell'architettura con i rifiuti, voglio citare la figura di Michael Reynolds, un vero e proprio architetto dei rifiuti che fin da tempi insospettabili realizza costruzioni interamente sostenibili  fatte con rifiuti di varia natura. Egli stesso vive nel deserto del New Mexico in una casa autosufficiente da ogni punto di vista, dove i muri e i pavimenti sono fatti interamente da agglomerati di lattine, bottiglie di birra vuote o copertoni usati riempiti di terra.
Su quest' uomo e sulla sua storia è stato girato nel 2007 un documentario di cui qui sotto trovate la prima parte: 

venerdì 24 maggio 2013

rifiuti & musica


"The world sends us garbage... We send back music."

La Recycled Orchestra è la prima nata interamente dai... rifiuti. 
Per saperne qualcosa in più guardate il video qui sotto, si tratta dell'introduzione a un documentario che racconta la storia dell'orchestra nata a Cateura, favela nei pressi di una discarica nella periferia di Asuncion, in Paraguay. L'orchestra, costituita da ragazzi cresciuti in condizioni di estrema povertà, è nata sotto la coordinazione dell'insegnante Flavio Chavez e del musicista Luis Szaran. Gli strumenti musicali sono tutti realizzati con i rottami, ma la musica che prende forma è tutt'altro che spazzatura.





giovedì 23 maggio 2013

Underworld: Fresh Kills Landfill, la più grande discarica di tutti i tempi

In genere, quando si fa riferimento alle più grandi costruzioni umane, si pensa alla  Grande Muraglia Cinese o alla Grande Piramide di Giza. In verità c'è un'altra struttura di proporzioni gigantesche, visibile anche dallo spazio, che può essere considerata la più grande costruzione umana di tutti i tempi: la discarica Fresh Kills Landfill di Staten Island, a New York. 

Ad un certo punto del romanzo "Underworld", Brian Glassic, "manager dei rifiuti" e socio del protagonista Nick Shay, raggiunge tale discarica per un appuntamento con dei tecnici; ecco la sua reazione quando scorge il sito per la prima volta: 
"Era bruno-rossastra, appiattita in cima, monumentale, illuminata in vetta dalla fiammata del tramonto, e Brian pensò che fosse l'allucinazione di uno di quei cucuzzoli isolati dell'Arizona. Invece era reale, ed era creata dall'uomo, spazzata dal volo roteante dei gabbiani, e Brian capì che poteva essere solo una cosa - la discarica di Fresh Kills a Staten Island."
Nella descrizione dello spettacolo impressionante che Brian ha davanti agli occhi si intrecciano due visioni  diverse e complementari; da un lato vi è una dimensione tecnico-scientifica, con una descrizione precisa dei processi che avvengono sul luogo: 
"C'erano migliaia di acri di spazzatura ammonticchiata, terrazzata e segnata dai percorsi dei bulldozer che spingevano ondate di rifiuti sopra il versante in uso. Brian si sentì rinvigorire, guardando la scena. Chiatte che scaricavano, imbarcazioni più veloci che battevano i canali per raccogliere rifiuti alla deriva. Vide una squadra della manutenzione che lavorava ai tubi di scarico in alto sulle terrazze progettate per controllare lo straripamento dell'acqua piovana. Altre figure in maschera e tuta di butilene erano raggruppate alla base della struttura, a ispezionare materiale isolato per stabilirne il contenuto tossico."
dall'altro lato si affianca una dimensione più filosofica e riflessiva, con la descrizione dell'enormità della struttura che appare come qualcosa di quasi sovrumano e dal carattere esoterico:
"Era fantascienza e preistoria, spazzatura che arrivava ventiquattr'ore al giorno, centinaia di operai, veicoli con rulli compressori per compattare rifiuti, trivellatrici che scavavano pozzi per il gas metano, una fila di camion dal muso lungo che risucchiavano i rifiuti sparsi. Immaginò di osservare la costruzione della grande piramide di Giza - solo che questa era venticinque volte più grande. Per Brian era una visione ispiratrice. Tutta questa industriosa fatica, questo sforzo immane per far entrare il massimo dei rifiuti in uno spazio sempre minore.                         [...]La discarica gli mostrava senza mezzi termini come finiva il torrente dei rifiuti, dove sfociavano tutti gli appetiti e le brame, i grevi ripensamenti, le cose che si desideravano ardentemente e poi non si volevano più. Brian aveva visto centinaia di discariche ma nessuna altrettanto vasta. Sì notevole, e inquietante."
La vista della discarica comprende sullo sfondo anche il World Trade Center, entrambe a loro modo icone della società americana e strettamente interconnesse: 
"Le torri del World Trade Center erano visibili in lontananza e Brian percepì un equilibrio poetico tra quell'idea e questa.
In chiusura del capitolo, Brian prende coscienza dell'importanza della gestione dei rifiuti per la moderna società consumistica e comincia a sentirsi investito di una grande responsabilità nel proprio lavoro; si noti il tono iniziatico e profetico:
"[...]Brian ebbe un attimo di illuminazione. Guardò tutta quella spazzatura in perenne aumento e per la prima volta capì in cosa consistesse il suo lavoro. Non in progettazione o trasporto o riduzione alla fonte. Lui si occupava di comportamento umano, delle abitudini e degli impulsi della gente, dei loro incontrollabili bisogni e innocenti desideri, forse delle loro passioni, sicuramente dei loro eccessi e delle loro debolezze ma anche della loro gentilezza, della loro generosità, e la domanda era come impedire a questo metabolismo di massa di sopraffare l'umanità."
"Questa era la sfida che bramava[...]. Capire tutto questo. Penetrare questo segreto. La montagna era lì,[...] nessuno ne parlava eccetto gli uomini che cercavano di gestirla, e per la prima volta Brian si vide come il membro di una setta esoterica, un ordine di adepti e veggenti, che davano forma al futuro, pianificatori di città, manager dei rifiuti, tecnici del concime, architetti del paesaggio che un bel giorno avrebbero costruito in quel posto giardini pensili, creato un parco valendosi di ogni tipo di oggetto del desiderio, usato, smarrito ed eroso. I più grandi segreti sono quelli spalancati davanti a noi" 
Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte seconda, capitolo terzo.


Da notare il fatto che il legame tra il romanzo di DeLillo, nella cui copertina si stagliano sullo sfondo le Twin Towers, e la discarica di Staten Island, diventa oggi ancor più marcato e significativo se si pensa che, dopo i tragici eventi dell'11 settembre 2001,  le macerie delle torri del World Trade Center furono portate proprio a Fresh Kills. 

Veduta aerea di Fresh Kills Landfill
immagine tratta da: < http://www.ens-newswire.com/ens/mar2001/2001-03-22-01.asp>
Dopo un cinquantennio di attività, in cui l'immenso cumulo di rifiuti giunse ad un'altezza superiore a quella della Statua della Libertà, il 22 marzo 2001 la discarica è stata chiusa definitivamente. Dal 2003 è iniziata la più grande opera di riconversione mai realizzata, che dovrà portare l'area a diventare la più grande area verde di New York. Si noti come, nelle ultime righe da me riportate, la riconversione del sito sia stata di fatto profetizzata dall'autore che pubblica il romanzo nel 1997.

Nell'immagine una previsione di come si presenterà il parco di Fresh Kills
immagine tratta da: <http://en.wikipedia.org/wiki/File:Fresh_Kills_Park.jpg>
Sempre a proposito della discarica di Fresh Kills, ricordo il libro che ho suggerito in un post precedente, in cui lo studio di tale discarica trova grande spazio. L'autore di questo volume è William Rathje, il vero e proprio padre dell' archeologia dei rifiuti (Garbology).

nella foto: William Rathje, archeologo e antropologo
foto tratta da: <http://paulmullins.wordpress.com/tag/william-rathje/>



sabato 18 maggio 2013

un libro interessante: Rubbish! Tht archeology of garbage

 

In questo post voglio citare e suggerire la lettura di un libro particolarmente in sintonia con il tema da me trattato:

William L. RATHJE, Cullen MURPHY, Rubbish! The archeology of garbage, Tucson : University of Arizona Press, 2001.

Già dal titolo risulta evidente come l'oggetto di questa lettura sia fondamentalmente lo stesso del presente blog: la spazzatura. Nell'opera gli autori compiono una vera e propria indagine sul fenomeno dei rifiuti, scavando ed analizzando, con metodi propri dell'archeologia, i cumuli di spazzatura delle discariche moderne, traendo conclusioni sulla demografia, sui consumi e sul mutamento delle abitudini della popolazione nel corso degli ultimi decenni.

lunedì 13 maggio 2013

Simboli

Lo sviluppo tecnologico è sicuramente legato anche all'utilizzo e allo sviluppo di un chiaro ed univoco linguaggio simbolico, importante nell'incrementare l'efficienza della comunicazione. L'obbiettivo di questo post è quello di  fare una panoramica riguardante parte della vasta simbologia legata al tema dei rifiuti. 

RIFIUTI PERICOLOSI (simboli vecchi)



















RIFIUTI PERICOLOSI (nuovi simboli )






RIFIUTI RICICLABILI

ANELLO (O NASTRO) DI MOBIUS, SIMBOLO UNIVERSALE DEL RICICLO

IL PUNTO VERDE, USATO PER IDENTIFICARE IL SISTEMA  PER LO SMALTIMENTO DEGLI IMBALLAGGI


alcuni simboli sul RICICLAGGIO DELLA PLASTICA:



RADIOATTIVITA'

SIMBOLO USATO PER INDICARE PERICOLO DI RADIAZIONI DERIVANTE DA SCORIE NUCLEARI


ICONA


ICONA DI WINDOWS CHE INDICA IL CESTINO A CUI VENGONO INDIRIZZATI I FILE ELIMINATI 


DIVIETO

DIVIETO DI DEPOSITARE RIFIUTI

giovedì 9 maggio 2013

brevetto

Il seguente brevetto è relativo ad una prima macchina per la distruzione di rifiuti tramite triturazione. L'invenzione di questo "garbage destroyer" la dobbiamo allo statunitense Leslie W. Beggs ed è stata registrata il 18 aprile 1922. La data di rilascio del brevetto è invece il 26 giugno 1923. 

Il documento completo, con la descrizione dettagliata, è visibile in questa pagina di Google patents o direttamente sul sito dell'USPTO (United States Patents and Trademark Office).



venerdì 3 maggio 2013

rifiuti & francobolli

Poiché ne esiste un' immensa varietà, i francobolli costituiscono una finestra aperta sul mondo in grado di raccontare visivamente ogni tipo di argomento: dalla commemorazione di eventi importanti, alle biografie, alla scienza o alla cultura. 
In particolare, i francobolli sono delle testimonianze illustrate di carattere ufficiale e istituzionale, e per questo assumono una grande importanza per chi si occupa di storia. Ne ho cercati due che rappresentassero il tema  del mio blog: 

"il secolo dell'inquinamento"
Emesso da San Marino il 2 febbraio 2000

 (consultato il 4 maggo 2013)


"Garbage collector with truck"
Disegnato (da una fotografia) da O. Knappe, emesso dalla Danimarca il  4 September 1986.

 (consultato il 4 maggio 2013)


giovedì 2 maggio 2013

mappa della spazzatura

Quanti rifiuti produce ognuno di noi ogni giorno? Dal grafico  qui riportato, tratto da un articolo dell' Economist del 7 giugno 2012, possiamo farci un'idea su quali siano le aree in cui vi è una maggiore produzione di rifiuti pro capite.


























Le aree più scure indicano i Paesi in cui gli abitanti producono in media più di 2.5 Kg di spazzatura ogni giorno; più il colore si schiarisce, più questa media scende. L'Italia si colloca nella fascia dei 2.0-2.49 Kg al giorno per persona, mentre Paesi come Stati Uniti, Norvegia e Nuova Zelanda guidano questa interessante classifica.
 

domenica 28 aprile 2013

Underworld: prima viene... la spazzatura

Uno dei passaggi chiave di "Underworld", almeno per quanto riguarda il tema del mio blog, è quello che cercherò di presentarvi in questo post. 

E' possibile che il motore di sviluppo della storia, dell'intera civiltà umana e della tecnologia, in realtà, non sia altro che una costrizione  dettata dall'esigenza dell'uomo di disfarsi della propria spazzatura?
Nascosta e spinta ai margini, la spazzatura spinge a sua volta influendo più di quanto si crede sull'intera società: la scienza, la matematica, l'arte, la musica... tutto può essere ricondotto ai rifiuti. Per questo, perlomeno secondo la visione del personaggio che sto per presentarvi, essa dovrebbe essere esposta nelle città, studiata e rispettata poiché racconta e rispecchia la società in cui viviamo. 

Per capire meglio ciò che ho detto passiamo direttamente al libro:
ad un certo punto del romanzo fa la sua apparizione Jasse Detwiler, un teorico dei rifiuti visionario e provocatore, che viene accompagnato da Nich Shay e dal suo capo Simeon Biggs, detto Big Sims, in visita a una discarica in fase di costruzione.



Fermo sul bordo di un immenso cratere nel deserto destinato ad accogliere migliaia di tonnellate di spazzatura al giorno, Detwiler comincia una lunga quanto spiazzante analisi sui rifiuti e sulla società:

“[...]la spazzatura ordinaria dovrebbe essere piazzata nelle città che la producono. Esponete la spazzatura, fatela conoscere. Lasciate che la gente la veda e la rispetti. Non nascondete le vostre strutture. Create un’architettura fatta d’immondizia. Progettate fantastiche costruzioni per riciclare i rifiuti e invitate la gente a raccogliere la propria spazzatura e a portarla alle presse e ai convogliatori. Così imparerà a riconoscere la propria spazzatura. Il materiale a rischio, i rifiuti chimici, le scorie nucleari, tutto questo diventerà un remoto paesaggio all’insegna della nostalgia. Gite in autobus e cartoline, posso garantirlo”.

Alla domanda di cosa intenda per nostalgia Detwiler risponde:

Non bisogna sottovalutare la nostra capacità di provare desideri complessi. Nostalgia per i materiali della civiltà messi al bando, per la forza bruta di vecchie industrie e vecchi conflitti”.

Nelle righe successive Detwiler va oltre e pone i rifiuti addirittura alla base della nascita della nostra civiltà:

Detwiler disse che le città crescevano sulla spazzatura, centimetro per centimetro, guadagnando in altezza nel corso dei decenni man mano che i rifiuti sepolti aumentavano. La spazzatura veniva sempre ricoperta o spinta ai margini, nelle stanze come nel paesaggio. Ma aveva un suo impeto e reagiva spingendo a sua volta. Spingeva in ogni spazio disponibile, dettando schemi di costruzione e alterando sistemi di rituale. E produceva ratti e paranoia. Così la gente era stata costretta a sviluppare una risposta organizzata, ovvero a inventarsi un modo ingegnoso per disfarsi della spazzatura e costruire una struttura sociale ad hoc – operai, menager, addetti alla rimozione, saccheggiatori. La civiltà è costruita, la storia è guidata”. 

“[...] La civiltà non era nata e fiorita tra uomini che scolpivano scene di caccia su portali di bronzo e parlavano di filosofia sotto le stelle, mentre l’immondizia non era un fetido derivato, spazzato via e dimenticato. No, era stata la spazzatura a svilupparsi per prima, spingendo la gente a costruire una civiltà per reazione, per autodifesa. Eravamo stati costretti a trovare il modo di liberarci dei nostri rifiuti, di usare quello che non potevamo gettare, di riciclare quello che non potevamo usare. La spazzatura aveva reagito alla spinta crescendo ed espandendosi. E così ci aveva costretti a sviluppare la logica e il rigore che avrebbero condotto all’analisi sistematica della realtà, alla scienza, all’arte, alla musica e alla matematica”.

“[...] Io insegno alla Ucla. Porto i miei studenti alle discariche di immondizia e li aiuto a capire la civiltà in cui vivono. Consuma o muori. Questo è il dettato della cultura. E finisce tutto nella pattumiera. Noi creiamo quantità stupefacenti di spazzatura, poi reagiamo a questa creazione, non solo tecnologicamente ma anche con il cuore e con la mente. Lasciamo che ci plasmi. Lasciamo che controlli il nostro pensiero. Prima creiamo la spazzatura e dopo costruiamo un sistema per fronteggiarla”. 
 Don DELILLO, UnderworldTorino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte terza, capitolo primo.
     

sabato 27 aprile 2013

Unità di misura

L'elaborazione e la diffusione di unità di misura uniche e condivise è stato un elemento fondamentale  nell'evoluzione della tecnologia e in particolare in quel processo che Koyré definisce come "il passaggio dal mondo del pressappoco all'universo della precisione". 

Qui di seguito riporto alcuni esempi di unità usate per misurare grandezze legate al tema del blog (per ogni voce le unità riportate corrispondono alle più usate o comuni, non necessariamente a quelle del SI ):

- quantità di rifiuti: Chilogrammo (Kg); tonnellata (t)
- tempo di degradazione dei rifiuti: mese; anno
- produzione di rifiuti pro capite : Kg/abitante*anno
- capacità inquinante di una sorgente: OLF
- inquinamento atmosferico (concentrazione sostanze nocive           nell'aria) : milligrammo su metro cubo (mg/m3);     microgrammo su metro cubo (μg/m)                                                                            
- inquinamento acusticodecibel (dB)
inquinamento idrico (concentrazione sostanze nocive in acqua) :          milligrammo su litro (mg/l)
-grado di tossicità di una sostanza: uno dei parametri più  usati è il DL50 (dose letale) misurato in mg/Kg
-inquinamento radioattivo
-radioattività vera e propria: Becquerel (Bq)
-dose di radiazione subita dalla materia (non solo organica): Gray (Gy): 
-misura degli effetti biologici della dose assorbita: Sievert (Sv)
-intensità della dose assorbita: μSv/h