martedì 4 giugno 2013

Underworld: rifiuti & Arte

"La carta appallottolata in un cestino, la lattina di coca cola schiacciata ai bordi della strada, un cumulo di rifiuti possono diventare il canone di architetture moderne, perché attuali."
 Vittorio MARCHIS, Storia delle Macchine, Roma-Bari : Laterza, 2005, p.314.


In questo post, dedicato allo spazio che i rifiuti hanno trovato nell'arte, soprattutto in tempi recenti, il punto di partenza sarà ancora una volta il romanzo "Underworld" , dove già nel secondo capitolo fa la sua prima apparizione l'artista Klara Sax, soprannominata "Bag Lady"(donna della spazzatura). 
Guidando una Lexus nel caldo torrido del deserto dell'Arizona, Nick Shay raggiunge la donna con cui anni prima aveva avuto una relazione e la trova intenta a creare una delle sue opere più grandiose: si tratta di un'istallazione costituita dai rottami di vecchi bombardieri B-52 in disuso  che   Klara  dipinge coadiuvata da decine di volontari. Prima di rievocare i momenti passati c'è una lunga discussione in cui Klara illustra a Nick le modalità e i significati della sua opera:

"abbiamo pistole a spruzzo da carrozzieri che usiamo per dare il primer al metallo. Abbiamo pistole industriali che spruzzano vernici a olio, smalto, vernici epossidiche e via dicendo. Usiamo persino i pennelli. Usiamo i pennelli quando vogliamo l'effetto pennellata."
"Aerei abbandonati. Come alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'unica differenza... anzi ci sono due differenze. La differenza numero uno è che questa volta non abbiamo veramente combattuto una guerra. Abbiamo un certo numero di situazioni postbelliche senza che sia stata combattuta una guerra. E, numero due, non lasceremo che queste grandi macchine muoiano in un campo o vengano vendute come rottami.  -voi le dipingerete. -le stiamo già dipingendo. Le stiamo salvando dalla fiamma ossidrica.
"[...]trent'anni fa quando abbandonai quadri e cavalletto e cominciai a lavorare con gli scarti, mi attaccarono.[...]Questa volta però non sono lattine di aerosol e scatole  di sardine o tappi di shampoo e materassi. Una volta dipinsi un materasso e un paio di lenzuola. Era la fine del mio matrimonio numero due e dipinsi il letto di conseguenza. Comunque, sì, adesso ho a che fare con bombardieri B-52. Dipingo aeroplani che sono lunghi più di cinquanta metri e hanno un'apertura alare ancora maggiore e un peso complessivo a serbatoio pieno di circa duecentocinquanta tonnellate, aerei che portavano bombe nucleari, ta-ta, ta-ta, dall'altra parte del mondo."
 Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte prima, capitolo secondo.

Qualche capitolo più avanti troviamo una scena in cui Nick Shay e sua moglie Marian, a bordo di una mongolfiera, ammirano dall'alto l'opera di Klara ormai completata, con tutti i suoi 230 aerei disposti in file irregolari; ecco come Nick stesso descrive la scena:
"Ci passammo proprio sopra. Gli aerei erano enormi naturalmente, erano oggetti mastodontici, stratofortezze, impotenti e massicce, con derive spesse, ali attaccate alte sulla fusoliera, qualche pilone di missile ancora intatto, qualche ruota di carrello sospesa, tutte le ruote principali bloccate dai cunei. Pensai sinceramente che erano cose grandiose, dipinte per sottolineare la fine di un'era e l'inizio di qualcosa di tanto diverso che solo una visione come questa poteva auspicarlo. [...] Marian disse: -non potrò più guardare un quadro allo stesso modo.[...] E mi chiesi se l'opera fosse visibile dallo spazio, come quella di un popolo andino scomparso."
 Don DELILLO, Underworld, Torino : Giulio Einaudi Editore, 2012, parte prima, capitolo settimo. 
immagine tratta da: <http://sonoconte.over-blog.it/article-la-base-militare-aerea-di-davis-monthan-il-cimitero-109715178.html>


Dal xx secolo in poi si possono citare decine e decine di artisti che, come il personaggio di Don DeLillo, hanno lavorato con la spazzatura o con materiali di recupero. Di seguito ecco alcuni esempi significativi:  


Venere degli stracci, 1967
Calco di Venere classica in cemento, stracci, mica, cm 150 x 280 x 100
Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli
Foto: P. Pellion 



Merda d'artista, 1961
scatoletta di latta, carta stampata e feci, cm 4,8×6
Museo del Novecento, Milano



Dirty White Trash (with Gulls), 1998


-Sayaka Ganz

Emergence
 Hammerhead Shark, 2007
 copertoni usati, resina, legno, cm 116 x 53 x 56


-Vic Muniz

Marat (Sebastiao), 2008
dalla serie "Pictures of Garbage", cm 129,5 x 101,6


-Ha Schult






-Digitalis mnemonica mapensis M.




L'ultima opera che voglio citare per concludere questo post su arte e rifiuti è la "Digitalis mnemonica mapensis M.", ossia la strana installazione che ogni studente del Politecnico di Torino vede tutti i giorni entrando nella sede in Corso Duca degli Abruzzi 24. Il curioso esemplare di questa nuova specie tecnobotanica cresce nell'aiuola centrale del cortile dell'edificio e il suo inventore/scopritore è il prof. Vittorio Marchis, docente di storia della tecnologia. Per la descrizione dell'opera vi rimando alle pagine seguenti: 


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